4.2. Installazione, passo passo
4.2.1. Avviare e eseguire il programma d'installazione
Una volta che il BIOS ha iniziato la fase di avvio dal CD o DVD-ROM, compare il menu del bootloader Isolinux. In questa fase, il kernel Linux non è ancora caricato, questo menu consente di scegliere il kernel da avviare e inserire i parametri possibili passargli.
For a standard installation, you only need to choose “Install” or “Graphical install” (with the arrow keys), then press the Enter key to initiate the remainder of the installation process. If the DVD-ROM is a “Multi-arch” disk, and the machine has an Intel or AMD 64 bit processor, the menu options “64 bit install” and “64 bit graphical install” enable the installation of the 64 bit variant (amd64) instead of the default 32 bit variant (i386). In practice, the 64 bit version can almost always be used: most recent processors are 64 bit processors and the 64 bit version deals better with the large amount of RAM that new computers tend to have.
Ogni voce di menu nasconde una specifica riga di comando di avvio, che può essere configurata in base alle esigenze premendo il tasto TAB prima di convalidare l'avvio. La voce del menu «Help» visualizza la vecchia interfaccia a riga di comando, dove i tasti da F1 a F10 visualizzano diverse schermate di aiuto, andando nel dettaglio delle varie opzioni disponibili al prompt. Si avrà raramente la necessità di utilizzare queste opzioni, se non in casi molto specifici.
The “expert” mode (accessible in the “Advanced options” menu) details all possible options in the process of installation, and allows navigation between the various steps without them happening automatically in sequence. Be careful, this very verbose mode can be confusing due to the multitude of configuration choices that it offers.
Once booted, the installation program guides you step by step throughout the process. This section presents each of these steps in detail. Here we follow the process of an installation from a Multi-Arch DVD-ROM (more specifically, the beta4 version of the installer for Jessie); netinst installations, as well as the final release of the installer, may look slightly different. We will also address installation in graphical mode, but the only difference from “classic” (text-mode) installation is in the visual appearance.
4.2.2. Selezione della lingua
Il programma d'installazione utilizza inizialmente la lingua inglese, ma il primo passo è quello che permette all'utente di scegliere la lingua che verrà utilizzata nel resto del processo. Scegliendo il francese, per esempio, si avrà l'intero processo di installazione interamente tradotto in francese (e un sistema configurato in francese come risultato). Questa scelta è utilizzata anche per definire scelte predefinite più rilevanti nelle fasi successive (in particolare la mappatura della tastiera).
4.2.3. Selezione della nazione
Il secondo passo consiste nella scelta del paese. Insieme alla lingua, questa informazione consente al programma di proporre la mappatura della tastiera più indicata. Questo influenzerà anche la configurazione del fuso orario. Negli Stati Uniti, viene suggerita una tastiera QWERTY standard e una lista di fusi orari appropriati.
4.2.4. Selezione della mappatura della tastiera
La tastiera suggerita «Inglese (Stati Uniti)» corrisponde, di solito, alla mappatura QWERTY.
4.2.5. Rilevamento hardware
Questo passaggio, nella stragrande maggioranza dei casi, è completamente automatico. Il programma d'installazione rileva l'hardware, e cerca di identificare il lettore CD-ROM utilizzato per accedere ai suoi contenuti. Carica i moduli corrispondenti ai vari componenti hardware rilevati, e poi «monta» il CD-ROM per leggerlo. I passaggi precedenti sono completamente contenuti nell'immagine di avvio inclusa nel CD, un file di dimensione limitata caricato in memoria dal BIOS durante l'avvio dal CD.
Il programma d'installazione funziona con la maggior parte delle unità, soprattutto periferiche standard ATAPI (a volte chiamate IDE e EIDE). Tuttavia, se non dovesse funzionare il rilevamento del lettore CD-ROM, il programma d'installazione offre la possibilità di caricare un modulo del kernel (per esempio da una chiavetta USB) corrispondente al driver del CD-ROM.
4.2.6. Caricamento dei componenti
Ora che il contenuto del CD è disponibile, il programma di installazione carica tutti i file necessari per continuare il suo lavoro. Questo comprende i driver aggiuntivi per l'hardware rimanente (in particolare la scheda di rete), nonché tutti i componenti del programma di installazione.
4.2.7. Rilevamento dell'hardware di rete
Questo passaggio automatico tenta di individuare la scheda di rete e caricare il modulo corrispondente. Se il rilevamento automatico non riesce, è possibile selezionare manualmente il modulo da caricare. Se non funziona nessun modulo, è possibile caricare un modulo specifico da un dispositivo rimovibile. Quest'ultima soluzione di solito è necessaria solo se il driver appropriato non è incluso nel kernel standard di Linux, ma disponibile altrove, come nel sito web del produttore.
Per le installazioni netinst, questo passaggio deve essere obbligatoriamente concluso con successo, dato che i pacchetti Debian devono essere scaricati dalla rete.
4.2.8. Configurazione della rete
Il programma d'installazione cerca di automatizzare il più possibile l'intero processo d'installazione, quindi tenta una configurazione automatica della rete tramite DHCP (per IPv4) e IPv6 network discovery. Se non funziona, vengono proposte più scelte: provare di nuovo con la configurazione DHCP normale, provare con DHCP dichiarando il nome della macchina, oppure impostare una configurazione statica della rete.
Quest'ultima opzione richiede un indirizzo IP, una maschera di rete, un indirizzo IP per un possibile gateway, il nome della macchina e un nome di dominio.
4.2.9. Password dell'amministratore
The super-user root account, reserved for the machine's administrator, is automatically created during installation; this is why a password is requested. The installer also asks for a confirmation of the password to prevent any input error which would later be difficult to amend.
4.2.10. Creazione del primo utente
Debian impone la creazione di un account utente standard in modo che l'amministratore non prenda la cattiva abitudine di lavorare come root. Questa precauzione limita i danni causati dall'errore umano, in quanto tutte le attività vengono eseguite con il minimo dei diritti richiesti. Per questo motivo il programma d'installazione chiederà il nome completo di questo primo utente, il nome utente e la password (due volte, per evitare gli errori di battitura).
4.2.11. Configurazione dell'orologio
Se la rete è disponibile, l'orologio interno del sistema sarà aggiornato (solo la prima volta) da un server NTP. In questo modo l'ora dei log sarà corretta dal primo avvio. Se si vuole rimanere costantemente con un orario sincronizzato, deve essere impostato un demone NTP dopo l'installazione iniziale (vedere la
Sezione 8.9.2, «Sincronizzazione del tempo»).
4.2.12. Rilevamento dei dischi e degli altri dispositivi
Questo passaggio rileva automaticamente i dischi rigidi sui quali può essere installata Debian. Questo verrà trattato nel prossimo passaggio: il partizionamento.
4.2.13. Avviare lo strumento di partizionamento
La fase di partizionamento è di norma un po' ostica per i nuovi utenti. È infatti necessario definire le varie porzioni dei dischi (o «partizioni») su cui verranno memorizzati i file system Linux e la memoria virtuale (swap). Questo compito è complicato se è già presente un altro sistema operativo che si desidera mantenere. Si dovrà fare attenzione a non modificare le sue partizioni (o di ridimensionarle senza causare danni).
Fortunatamente, il programma di partizionamento dispone di una modalità «guidata», che consiglia le partizioni da fare; nella maggior parte dei casi, si può semplicemente accettare i suggerimenti del programma.
La prima schermata del programma di partizionamento propone di utilizzare un intero disco rigido per creare varie partizioni. Per un (nuovo) computer che utilizza esclusivamente Linux, questa opzione è chiaramente la più semplice, e si può scegliere l'opzione «Guidato - usa l'intero disco». Se il computer dispone di due dischi rigidi per due sistemi operativi, la soluzione di partizionamento più semplice è quella di assegnare un disco ad ogni sistema operativo. In entrambi i casi, la schermata successiva propone di scegliere il disco in cui installare Linux selezionando la voce corrispondente (ad esempio, «SCSI1 (0,0,0) (sda) - 12.9 GB ATA VBOX HARDDISK»). E quindi viene avviato il partizionamento guidato.
Con il partizionamento guidato è possibile impostare anche i volumi logici LVM invece delle partizioni (vedere sotto). Dato che il resto dell'operazione è identico, non verrà descritta (in dettaglio) l'opzione «Guidato - usa l'intero disco e imposta LVM» (cifrato o no).
In altri casi, quando Linux deve funzionare insieme ad altre partizioni già esistenti, è necessario scegliere il partizionamento manuale.
4.2.13.1. Partizionamento guidato
Il programma di partizionamento guidato offre tre metodi di partizionamento, che corrispondono a utilizzi diversi.
Il primo metodo si chiama «Tutti i file in una partizione». L'intero albero del sistema Linux è memorizzato in un singolo file system, corrispondente alla directory radice /
. Questo partizionamento semplice e robusto si adatta perfettamente per i sistemi personali o a singolo utente. Per la verità, verranno create due partizioni: la prima ospiterà l'intero sistema, la seconda la memoria virtuale (swap).
Il secondo metodo, «Partizione /home/
separata», è simile al primo, ma divide in due la gerarchia dei file: la prima partizione conterrà il sistema Linux (/
), la seconda le «directory home» (ovvero i dati dell'utente, file e sottodirectory in /home/
).
The last partitioning method, called “Separate /home
, /var
, and /tmp
partitions”, is appropriate for servers and multi-user systems. It divides the file tree into many partitions: in addition to the root (/
) and user accounts (/home/
) partitions, it also has partitions for server software data (/var/
), and temporary files (/tmp/
). These divisions have several advantages. Users can not lock up the server by consuming all available hard drive space (they can only fill up /tmp/
and /home/
). The daemon data (especially logs) can no longer clog up the rest of the system.
Dopo aver scelto il tipo di partizione, il programma propone un suggerimento e lo mostra sullo schermo, l'utente può modificarlo se necessario. In particolare è possibile scegliere un altro file system se la scelta standard (ext4) non è appropriata. Nella maggior parte dei casi il partizionamento proposto è la scelta più ragionevole e può essere accettata selezionando l'opzione «Terminare il partizionamento e scrivere i cambiamenti sul disco».
4.2.13.2. Partizionamento manuale
Il partizionamento manuale permette una maggiore flessibilità, consentendo all'utente di scegliere lo scopo e la dimensione di ogni partizione. Inoltre, questa modalità è l'unica strada se si vuole utilizzare il RAID software.
La prima schermata visualizza i dischi disponibili, le loro partizioni e lo spazio libero che non è stato ancora partizionato. È possibile selezionare ogni elemento visualizzato, premendo il tasto Invio verrà presentato un elenco di azioni possibili.
È possibile cancellare tutte le partizioni su un disco selezionandolo.
When selecting free space on a disk, you can manually create a new partition. You can also do this with guided partitioning, which is an interesting solution for a disk that already contains another operating system, but which you may wish to partition for Linux in a standard manner. See
Sezione 4.2.13.1, «Partizionamento guidato» for more details on guided partitioning.
Quando si sceglie una partizione, è possibile indicare il modo in cui si ha intenzione utilizzarla:
formattarla e includerla nella struttura ad albero dei file scegliendo un punto di montaggio;
usarla come partizione di swap;
utilizzarla come «volume fisico per la cifratura» (per proteggere la riservatezza dei dati in alcune partizioni, vedere sotto);
utilizzarla come «volume fisico per LVM» (questo concetto sarà discusso in dettaglio più avanti in questo capitolo);
usarla come un dispositivo RAID (vedere più avanti in questo capitolo);
you can also choose not to use it, and therefore leave it unchanged.
4.2.13.3. Configurazione di dispositivi multi-disco (RAID software)
Alcuni tipi di RAID permettono la duplicazione delle informazioni memorizzate sui dischi rigidi per prevenire la perdita dei dati nel caso che uno dei dischi abbia un problema hardware. Il RAID livello 1 mantiene una copia identica (mirror) di un disco rigido su un altro dispositivo, mentre il RAID livello 5 divide i dati ridondandoli su più dischi, permettendo così la completa ricostruzione di un'unità malfunzionante.
Verrà descritto solo il RAID livello 1, che è il più semplice da implementare. Il primo passo consiste nel creare, in due dischi diversi, due partizioni di dimensioni identiche e di etichettarle come «volume fisico per RAID».
You must then choose “Configure software RAID” in the partitioning tool to combine these two partitions into a new virtual disk and select “Create MD device” in the configuration screen. You then need to answer a series of questions about this new device. The first question asks about the RAID level to use, which in our case will be “RAID1”. The second question asks about the number of active devices — two in our case, which is the number of partitions that need to be included in this MD device. The third question is about the number of spare devices — 0; we have not planned any additional disk to take over for a possible defective disk. The last question requires you to choose the partitions for the RAID device — these would be the two that we have set aside for this purpose (make sure you only select the partitions that explicitly mention “raid”).
Tornando al menu principale, comparirà un nuovo disco virtuale «RAID». Questo disco viene presentato con una singola partizione che non può essere eliminata, ma che può essere modificata (come per qualsiasi altra partizione).
4.2.13.4. Configurazione del Logical Volume Manager (LVM)
LVM permette di creare partizioni «virtuali» che si possono estendere su più dischi. Questo comporta un duplice vantaggio: la dimensione delle partizioni non è più limitata dalla dimensione dei singoli dischi, ma dal loro volume cumulativo, ed è possibile ridimensionare, in qualsiasi momento, la dimensione di una partizione esistente con l'aggiunta di un altro disco quando necessario.
LVM utilizza una terminologia particolare: una partizione virtuale è un «volume logico», che fa parte di un «gruppo di volumi», o di un insieme di diversi «volumi fisici». Ciascuno di questi termini, infatti, corrisponde a una partizione «reale» (o un dispositivo RAID software).
Questa tecnica funziona in modo molto semplice: ogni volume, sia esso fisico o logico, è suddiviso in blocchi della stessa dimensione, che sono assegnati da LVM. L'aggiunta di un nuovo disco crea un nuovo volume fisico, questi nuovi blocchi possono essere associati ad un qualsiasi gruppo di volumi. In questo modo, tutte le partizioni del gruppo di volumi che è stato ampliato avranno dello spazio aggiuntivo su cui potersi estendere.
Il programma di partizionamento consente di configurare LVM in più fasi. In primo luogo è necessario creare sui dischi esistenti le partizioni che saranno «volumi fisici per LVM». Per attivare LVM, è necessario scegliere «Configurare il Logical Volume Manager (LVM)», quindi nella stessa schermata di configurazione «Creare gruppi di volumi», a cui associare i volumi fisici esistenti. Infine, è possibile creare dei volumi logici all'interno di questo gruppo di volumi. Si noti che il sistema di partizionamento automatico è in grado di automatizzare tutta questa fase.
Nel menu di partizionamento, ogni volume fisico apparirà come un disco con un'unica partizione che non può essere eliminata, ma può essere modificata a piacimento.
4.2.13.5. Configurazione di partizioni cifrate
Per garantire la riservatezza dei dati, ad esempio nel caso di perdita o furto del computer o di un disco rigido, è possibile cifrare i dati in alcune partizioni. Questa funzionalità può essere usata con qualsiasi file system, dal momento che, come per LVM, Linux (e più in particolare il driver dm-crypt) usa il Device Mapper per creare una partizione virtuale (il cui contenuto sarà protetto) basata su una partizione sottostante in cui verranno memorizzati i dati in forma cifrata (grazie a LUKS, Linux Unified Key Setup, un formato standard che consente l'archiviazione di dati cifrati, nonché meta-dati che indicano gli algoritmi di cifratura utilizzati).
To create an encrypted partition, you must first assign an available partition for this purpose. To do so, select a partition and indicate that it is to be used as a “physical volume for encryption”. After partitioning the disk containing the physical volume to be made, choose “Configure encrypted volumes”. The software will then propose to initialize the physical volume with random data (making the localization of the real data more difficult), and will ask you to enter an “encryption passphrase”, which you will have to enter every time you boot your computer in order to access the content of the encrypted partition. Once this step has been completed, and you have returned to the partitioning tool menu, a new partition will be available in an “encrypted volume”, which you can then configure just like any other partition. In most cases, this partition is used as a physical volume for LVM so as to protect several partitions (LVM logical volumes) with the same encryption key, including the swap partition (see sidebar
SICUREZZA Partizione di swap cifrata).
4.2.14. Installazione del sistema di base
Questo passaggio installa i pacchetti Debian del «sistema di base», e non richiede alcuna interazione da parte dell'utente. Questo sistema comprende i programmi dpkg
e apt
, che gestiscono i pacchetti Debian, così come i programmi necessari per avviare il sistema e iniziare ad usarlo.
4.2.15. Configurazione del gestore dei pacchetti (apt
)
Per poter installare del software aggiuntivo, è necessario configurare APT in modo che sappia dove poter reperire i pacchetti Debian. Questo passaggio è automatizzato il più possibile. Il primo quesito che viene posto è se è necessario utilizzare una sorgente di rete per i pacchetti, o se si devono utilizzare solo i pacchetti sul CD-ROM.
Se è necessario recuperare i pacchetti dalla rete, le due domande seguenti permettono di scegliere il server da cui scaricare i pacchetti, selezionando successivamente una nazione e un mirror disponibile in quel paese (il mirror è un server pubblico che ospita le copie di tutti i file presenti nell'archivio master di Debian).
Infine, il programma propone di utilizzare un proxy HTTP. Se non è presente un proxy, verrà utilizzato l'accesso diretto a Internet. Se si inserisce http://proxy.falcot.com:3128
, APT utilizzerà il proxy/cache, fornito dal programma «Squid», della società Falcot. È possibile trovare questi parametri, controllando le impostazioni del browser web in un altro computer connesso alla stessa rete.
I file Packages.gz
e Sources.gz
verranno scaricati automaticamente, per aggiornare l'elenco dei pacchetti riconosciuti da APT.
4.2.16. Debian Package Popularity Contest
Debian contiene il pacchetto popularity-contest, che ha lo scopo di compilare le statistiche di utilizzo dei vari pacchetti. Ogni settimana il programma raccoglie le informazioni sui pacchetti installati e quelli utilizzati di recente, e invia queste informazioni in forma anonima ai server del progetto Debian. Il progetto può quindi utilizzare queste informazioni per determinare l'importanza relativa di ogni pacchetto, che influenzerà la priorità che gli verrà assegnata. In particolare, i pacchetti più «popolari» verranno inclusi nel CD-ROM d'installazione, questo darà la possibilità a molti utenti di non dover scaricare o acquistare il set completo, per trovare i loro programmi preferiti.
Per rispettare la privacy degli utenti, questo pacchetto verrà attivato solo su richiesta.
4.2.17. Scelta dei pacchetti per l'installazione
Il passo successivo permette di scegliere, in maniera generica, lo scopo della macchina; vengono suggeriti dieci attività corrispondenti ad elenchi di pacchetti da installare. L'elenco dei pacchetti che saranno effettivamente installati, sarà perfezionato e completato in seguito. Questo passaggio permette di avere, in modo facile, un buon punto di partenza nella selezione dei programmi.
Some packages are also automatically installed according to the hardware detected (thanks to the program discover-pkginstall
from the discover package). For instance, if a VirtualBox virtual machine is detected, the program will install the virtualbox-guest-dkms package, allowing for better integration of the virtual machine with the host system.
4.2.18. Installazione del bootloader GRUB
Il bootloader è il primo programma avviato dal BIOS. Questo programma carica in memoria il kernel di Linux e lo esegue. Spesso consente all'utente, tramite menu, di scegliere il kernel da caricare o il sistema operativo da avviare.
Il menu proposto da GRUB, in modo predefinito, contiene tutti i kernel Linux installati e gli altri sistemi operativi rilevati. Ecco perché è consigliato installarlo nel Master Boot Record. È sempre consigliato mantenere un paio di vecchie versioni installate del kernel, dato che conservarle può evitare di trovarsi nell'impossibilità di avviare la macchina a causa di problemi legati all'ultima versione del kernel o nel caso di hardware poco supportato.
GRUB è il bootloader predefinito installato da Debian, grazie alla sua superiorità tecnica: funziona con la maggior parte dei file system e non richiede un aggiornamento dopo l'installazione di un nuovo kernel, dal momento che legge la sua configurazione durante l'avvio e trova l'esatta posizione del nuovo kernel. La versione 1 di GRUB (adesso nota come «Grub Legacy») non è in grado di gestire tutte le combinazioni di LVM e RAID software, la versione 2 invece, che è installata in maniera predefinita è più completa. Ci possono essere situazioni, però, in cui è più consigliabile installare LILO (un altro bootloader), in questi casi il programma d'installazione lo suggerisce automaticamente.
4.2.19. Terminare l'installazione e riavviare
L'installazione è terminata, il programma suggerisce di rimuovere il CD-ROM dal lettore e riavviare il computer.